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Nuovi tagli a scuola, a settembre 397 insegnanti in meno

I dati, adesso, sono ufficiali: l’anno scolastico 2010-2011, in Friuli Venezia Giulia, avrà 397 insegnanti in meno. L’Ufficio scolastico regionale, diretto da Daniela Beltrame, incontra i sindacati. A Trieste. E fornisce i primi dati, ancora provvisori, sugli organici dei docenti: la scuola dell’infanzia avrà 12 posti in più, toccando quota 1.535, mentre gli alunni saranno 176 in meno rispetto all’anno in corso e cioé 17.665; la scuola primaria subirà un taglio di 165 posti, dovendosi accontentare di 4.365 docenti, nonostante 138 iscritti in più (48.758 in totale). La scuola secondaria di primo grado soffrirà un taglio di 68 posti, per un organico di 2.466 unità, ma avrà 259 alunni in più (30.150 in totale). La scuola secondaria di secondo grado, infine, avrà 176 prof in meno, per un totale di 3.837, a fronte di 197 iscritti in meno (45.037). Previsti 145 pensionamenti da settembre. I sindacati non gradiscono. Nemmeno un po’. La Beltrame rassicura: il modello orario delle scuole dell’infanzia resta confermato a 40 ore (25 a rischiesta) mentre nelle scuole primarie «si prevede di salvaguardare il mantenimento del tempo pieno in tutti i plessi con 40 ore settimanali per classe». Ma Cgil, Cisl e Uil non si accontentano, anzi: non solo temono un taglio ancor più pesante, quando arriveranno gli organici di fatto, ma anche uno scadimento dell’offerta scolastica. Donato Lamorte (Cisl) ne è sicuro: «Ci sarà una riduzione della compresenza nelle classi e una decurtazione specialmente degli insegnanti di lingua inglese e degli specialisti». Ancora più allarmanti le previsioni della Cigl. «Non verranno rispettate le richieste delle famiglie sul tempo scelto – sostiene Natalino Giacomini – perchè, specie nelle prime e seconde, si andranno a favorire le 27 ore rispetto alle 30 attuali, a scapito dalla didattica. Nelle terze, quarte e quinte ci sarà un azzeramento delle compresenze». Non basta: i sindacati sostengono che non saranno autorizzate le classi che non raggiungono il numero minimo di presenze, mentre le classi con un numero di alunni superiore ai 27 concessi dal ministero vedranno uno spostamento delle presenze in più in altri plessi. «E questo – afferma Giacomini – darà avvio a una prevedibile ”guerra” con le famiglie». La Cgil contesta anche il metodo in cui si sono determinati i tagli nelle quattro province. «Ci si è basati su un criterio storico, ma questo ha causato un disequilibrio tra le varie realtà» conclude Giacomini. E fa un esempio: i tagli delle primarie prevedono 19 posti in meno a Gorizia, 47 a Pordenone, 72 a Udine e 27 a Trieste. Il 27 aprile Cgil Cisl, Uil e Snals hanno già chiesto un ulteriore incontro di concertazione. «Siamo convinti che questo taglio comporterà pesanti ripercussioni sull’offerta formativa e per questo – afferma Lamorte – chiederemo i dati definitivi riguardanti anche il taglio delle classi».