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NON C’E’ PACE PER I LAVORATORI DE LA NOSTRA FAMIGLIA

Situazione critica anche per le due sedi del Fvg, a Pasian di Prato e San Vito al Tagliamento. Cisl Fp: “Dalla direzione proposte irricevibili, con compromissione dei servizi”

Non c’è pace per i lavoratori de La Nostra Famiglia, in stato di agitazione sindacale da ormai più di un anno e mezzo, per il mancato rinnovo del contratto. A denunciare la pesantissima situazione sono, assieme alla Cisl Fp, i delegati interno delle due strutture presenti in regione: Gabriele Falcomer e Francesco Favero per la sede di San Vito al Tagliamento, e Manuela Farigu per Pasian di Prato.

L’associazione La Nostra Famiglia, presente in Italia con 29 sedi e in Friuli con 2 sedi e 250 operatori, si occupa della cura e della riabilitazione di bambini con disabilità fornendo valutazioni, trattamenti e percorsi di accompagnamento a bambini e famiglie in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale e Regionale.

I lavoratori, cuore pulsante e valore aggiunto di una realtà che gode anche del riconoscimento ministeriale di IRCSS, dopo aver atteso per oltre 15 anni il rinnovo del proprio contratto di lavoro (CCNL Sanità Privata ARIS AIOP) sono stati gabbati dalla decisione unilaterale della proprietà di cambiare il contatto di lavoro passando ad un contratto peggiorativo sia in termini economici che di diritti. La Cisl Fp è stata da subito a fianco dei lavoratori per promuovere iniziative di mobilitazione e di mediazione a tutti i livelli, riuscendo ad ottenere una temporanea sospensione di tale decisione fino al 10 dicembre 2020, data in cui è diventato effettivo lo scellerato cambio di contratto. Tutto ciò, nonostante il contratto nazionale della Sanità Privata, firmato a ottobre 2020, preveda esplicitamente la sua applicazione alle strutture, come La Nostra Famiglia, che fino al momento della preintesa (giugno 2020) applicavano il suddetto contratto.

Oltre alle importanti differenze retributive derivanti sia dal mancato rinnovo che dal cambio di contratto, la spaccatura creatasi tra la dirigenza Nostra Famiglia e i lavoratori sta assumendo ormai i contorni di una ferita inguaribile con importanti ripercussioni sul clima di lavoro, sulla motivazione e sulla qualità dei servizi erogati. Date le condizioni di lavoro molti operatori, tra cui anche persone con anni di esperienza e grande competenza, si sono licenziati o hanno anticipato ove possibile la quiescenza. I più giovani, neo assunti, rimangono per pochi anni o addirittura mesi e inizia a diventare difficile trovare nuove risorse da integrare. Questo continuo via vai di operatori sta iniziando a compromettere alcuni elementi come la continuità di cura, la globalità della presa in carico a discapito della qualità del servizio erogato ai bambini e alle loro famiglie.

Ultimo atto di questa vergognosa vicenda è il resoconto degli ultimi tentativi di mediazione durante l’assemblea nazionale dei lavoratori svoltasi on-line venerdì 30 luglio e molto partecipata. I segretari nazionali di CISL FP hanno riportato l’esito di alcuni incontri richiesti dall’Associazione La Nostra Famiglia, finalizzati a dichiarare, a distanza di un anno e mezzo, lo stato di crisi dell’azienda e chiudere un accordo prima dell’esito delle molteplici vertenze legali avviate in vari tribunali dei territori su cui insistono le sedi dell’associazione tra cui anche Udine e Pordenone. Accordi e proposte impossibili e irricevibili a giudizio delle OOSS che ledono ulteriormente i diritti e la dignità dei lavoratori de La Nostra Famiglia.

Lo stato di crisi dell’Associazione e le conseguenti scelte di taglio dei costi del personale viene riferito in particolar modo alla restrizione delle risorse provenienti dal sistema sanitario nazionale e regionale. Stato e regioni in più occasioni, sia con dichiarazioni che con provvedimenti legislativi, si sono impegnate ad adeguare risorse e tariffe alle strutture di sanità privata per coprire almeno in parte i costi derivanti dal rinnovo contrattuali non da ultima, anche se solo parzialmente, la regione Friuli Venezia Giulia. Viene dunque da chiedersi come sia possibile che un ente come La Nostra Famiglia, che fornisce un servizio pubblico e sussidiario a quello statale a tutti i cittadini, possa permettersi di calpestare i diritti e la dignità dei lavori derubricando a mero centro di costo uno dei principali elementi di valore e qualità quale è il personale che con competenza e passione sta a fianco ogni giorno dei bambini con disabilità e delle loro famiglie.