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DOMANI, VENERDI’ 17, INCROCIANO LE BRACCIA I LAVORATORI AGRICOLI

Anche in Friuli-Venezia Giulia, 8 ore di sciopero
La protesta contro il disegno di legge 2187 e il sistema voucher

Otto ore di sciopero anche per i lavoratori agricoli del Friuli-Venezia Giulia, che domani (venerdì 17) incroceranno le braccia per protestare contro il disegno di legge 2187, che solleva per il mondo della manodopera agricola sostanziali questioni a partire dalla estensione del lavoro accessorio attualmente limitato alle sole attività agricole di carattere stagionale effettuate da pensionati, e da giovani con meno di 25 anni di età regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso l’università o un istituto scolastico di ogni ordine e grado, alle casalinghe.

L’estensione di tale tipologia contrattuale alle “casalinghe” – spiegano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che hanno indetto lo sciopero – comporta una discriminazione inaccettabile che, oltretutto, farebbe perdere tutele e diritti acquisiti nel corso degli ultimi cinquanta anni”. “Cosi come riteniamo sbagliato – aggiungono le tre sigle – non solo l’estensione dal terzo al quarto grado delle prestazioni svolte “da parenti e affini, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori, ma anche l’ipotesi di rendere compatibile, anche se in via sperimentale per il 2009, il “lavoro accessorio” con le “prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito”.

I Sindacati del Friuli Venezia-Giulia – si legge in una nota congiunta – considerano tali provvedimenti un vero e proprio attacco al mercato del lavoro agricolo perchè vanno a penalizzare in generale tutti i lavoratori agricoli a tempo determinato ed in modo particolare l’occupazione femminile. Nella nostra realtà regionale, infatti, vi sono centinaia di “casalinghe” che per conciliare i tempi legati alla cura della famiglia ed avere una minima indipendenza, seppur con un limitato reddito, effettuano prestazioni circoscritte in agricoltura, con l’obiettivo di raggiungere le 51 giornate di assicurazione  nel corso dell’anno, perchè così acquisiscono il diritto: alla disoccupazione agricola, alla possibilità di essere tutelate in caso di malattia e/o maternità, oltre ad avere coperto l’intero anno ai fini pensionistici.

Con i voucher – denunciano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – questi diritti sono azzerati e questo per noi significa destrutturare il lavoro agricolo”.E’ dal mese di ottobre che le federazioni nazionali hanno chiesto un tavolo di confronto sui gravi fenomeni che rendono spesso incivile il MDL Agricolo, ma ad oggi non è pervenuto nessuna convocazione. “Come organizzazioni sindacali – concludono le tre sigle – non siamo contro le forme e gli strumenti della flessibilità, ma essi devono, come tutti gli aiuti, essere finalizzati, condizionati e verificabili negli effetti attraverso il confronto negoziale e gestionale”.

Per Cisl, Cgil, Uil
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg