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CGIL, CISL, UIL A RICCARDI: RISPONDA AI CITTADINI

I Sindacati confederali replicano all’assessore, ribadendo le priorità su cui intervenire. Dalle liste di attesa, alla prevenzione, passando per le case di riposo: tanti i nodi irrisolti

Anche Cgil, Cisl, Uil del Friuli Venezia Giulia avrebbero di meglio da fare che richiedere incontri all’Assessore Riccardi, se tutto fosse in ordine e ci fossero le risposte ai bisogni di salute dei cittadini di questa regione: i Sindacati confederali non ci stanno alle dichiarazioni odierne rilasciate dal responsabile della Sanità e rimarcano, in una nota stampa unitaria, come molti nodi siano ancora irrisolti.

Piaccia o non piaccia all’Assessore – si legge nel comunicato – le tre Confederazioni sono portavoce dei problemi reali che gli oltre 250mila iscritti rappresentano quotidianamente a Cgil, Cisl, Uil regionali. Problemi che non possono essere ignorati e che meritano tutta l’attenzione, anche della politica. Se l’Assessore ritiene superfluo parlare con i Sindacati – vanno in pressing le tre organizzazioni – almeno abbia la sensibilità di dare risposte ai cittadini. Perché a differenza di altre rappresentanze cui spesso l’Assessore fa riferimento, portiamo valori e bisogni generali.

Tra quelle che si sollecitano, ci sono le risposte che riguardano le liste d’attesa, aggravate da tempi insostenibili, già prima del lock down e ancor di più dopo; la prevenzione che manca di chiarezza rispetto ai servizi necessari per contenere l’evolversi del virus (così, ad esempio, i tamponi e la somministrazione dell’eventuale vaccino), e garantire il controllo della piena applicazione delle procedure anti-Covid all’interno delle aziende, nelle strutture protette e in quelle scolastiche; la partita dei servizi territoriali da potenziare per garantire sia il controllo dei positivi in quarantena, sia l’attività ordinaria legata alla domiciliarità, prevedendo anche la piena accessibilità agli studi medici di medicina generale; c’è l’urgenza di regolamentare le case di riposo e di definire un piano di emergenza nel caso il Covid dovesse ripresentarsi con forza; c’è, infine, la questione del personale che attende diverse risposte, a partire da quale e quanto personale l’Assessore ritiene di impiegare per dare una risposta efficiente ai cittadini, in quali settori e dove si dovrà investire con un impiego maggiore dei professionisti, senza contare l’incomprensibilità di penalizzare i lavoratori a termine e somministrati che hanno lavorato nei reparti Covid, come sta succedendo a Pordenone.

L’assessore – prosegue la nota unitaria di Cgil, Cisl, Uil – dice che sta aspettando una risposta sui premi dopo aver annunciato che verrà corrisposta agli operatori una cifra, senza che tuttavia sia chiara la platea dei destinatari del premio/bonus covid a parità di budget di spesa. Non siamo mai stati contrari alla premialità per chi ha combattuto in prima linea il Covid 19 ma è evidente che sarebbe stato doveroso far partire il confronto dai dati e dai criteri di premialità.

Se l’Assessore – chiude la nota – ritiene di non incontrarci è una sua scelta politica, abbiamo spalle larghe e ce ne faremo una ragione, ma almeno dia risposte ai cittadini che abbiamo l’onore di rappresentare e non si nasconda dietro il possibile aumento dei casi di positività provenienti dai Balcani.