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NESSUN CONFRONTO SULLE INFRASTRUTTURE: FIT CISL PREOCCUPATA

La Fit Cisl Friuli Venezia Giulia è preoccupata: dopo oltre sei mesi di insediamento, ancora nessun confronto sulle infrastrutture con l’assessore  Pizzimenti. Eppure la situazione, per molti versi incerta, del comparto regionale richiederebbe un confronto serrato con le parti sociali.

A parlare è la segretaria generale della Fit Cisl Fvg, che oggi a Monfalcone ha riunito vertici e delegati della categoria per fare il punto sul quadro infrastrutturale della nostra regione, alla presenza del neo-eletto segretario nazionale Salvatore Pellecchia.

“Ci piacerebbe – incalza Bigoni – che l’assessore, vista l’importanza che le infrastrutture rivestono anche su un territorio come il nostro – avviasse con Cgil, Cisl e Uil un confronto di merito sulle varie partite aperte”. Pensiamo, ad esempio, al trasporto pubblico locale su gomma, a quello su ferro (dove devono essere prese importanti decisioni in merito all’assetto futuro) ed ancora alla nuova società in house in merito alla concessione sulla A4.

“Allo stesso modo – prosegue la segretaria della Fit Cisl – sarebbe opportuno che l’assessore condividesse il percorso che riguarda l’aeroporto: oggi è più che mai necessario un confronto sul nuovo assetto che dovrà avere l’aeroporto regionale a fronte dell’ingresso del nuovo socio, a conclusione della procedura di gara”.

Altre preoccupazioni della Fit Cisl riguardano la manovra di bilancio in corso di approvazione. “Anche su questo fronte non possiamo che augurarci, vista l’assenza di informazioni di prima mano, che le poste di bilancio dedicate alle infrastrutture, storicamente asse portante delle Finanziarie regionali siano congrue a dare risposte al comparto”.

Un comparto sofferente a livello nazionale, come ha sottolineato anche il segretario Salvatore Pellecchia, convinto della strategicità delle infrastrutture come volano economico di tutto il Paese. “Sollecitiamo il Governo – ha detto, plaudendo anche agli industriali scesi in campo in questi giorno – a non bloccare le opere già in fase di avanzamento e a ripristinare il documento Connettere l’Italia, sparito dal Def, nell’ambito del quale sono illustrate 108 opere di importanza vitale per il Paese”.